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Osteopatia
A.T. Still, medico americano, coniò il termine “osteopatia” dandogli due derivazioni: 1. Dal greco sofferenza (pathos) dell’osso (inteso come struttura osteoarticolare). 2. Dall’anglosassone cammino (path) dell’osso (della struttura). Il dottor Still, studiando a fondo l’apparato neurologico, ritenne che la cosa da fare in medicina a qualsiasi livello, fosse quella di stimolare la capacità di autoguarigione del corpo grazie ad una adeguata stimolazione del sistema nervoso dell’individuo. Identificò nell’apparato muscolo-scheletrico la struttura capace, per rapporti anatomici-fisiologici, di condizionare direttamente od indirettamente il sistema neurologico. Sviluppò la teoria, oggi avvalorata da vari studi scientifici, che la funzionalità alterata di una struttura può alterare la circolazione sanguigna locale, impedendo cosi il processo di autoguarigione. Inoltre postulò, supportato da principi anatomo-fisiologici, che tutte le parti del corpo sono collegate fra loro e che, quindi, si influenzano reciprocamente in modo tale che una imperfezione strutturale o funzionale di una zona può compromettere l’efficienza di un’altra zona organica. In questo senso l’Osteopatia entra a far parte delle cosiddette “medicine olistiche”, cioè quelle branche che considerano il corpo nella sua globalità. Su questo principio, l’osteopata deve valutare l’essere umano su tre livelli basilari: 1. Fisico 2. Chimico 3. Emotivo L’osteopata effettua questo tipo di indagine attraverso la valutazione della struttura, ricercando le zone soggette a perdita di mobilità e/o elasticità, cercando di ricreare il movimento mancante con manovre manuali non traumatiche.
Campi di Applicazione
– Disturbi dell’apparato osteo-mio-articolare: traumatici, posturali o riflessi – Alcuni tipi di vertigine – Sinusiti – Alcuni tipi di nevralgia del trigemino – Prevenzione della scoliosi del bambino – Dolori mestruali ed alterazioni del ciclo – Alcuni tipi di cefalea muscolo tensiva, ansiogena, vascolare – Collaborazione con dentisti, ortodonzisti, gnatologi – Collaborazione con oculisti – Collaborazione con pediatri La collaborazione con queste categorie mediche si basa sulla possibilità che alcuni disturbi nell’ambito di queste competenze possono interagire per via muscolare e fasciale con altre parti del corpo e quindi creare disturbi osteo-mio-articolari o, viceversa, essere creati o complicati da problematiche osteo-mio-articolari
Prestazioni Sanitarie
Equipe Medica
